Il fallimento di Silicon Valley Bank: come spiegare le crisi finanziarie

Se lavori in Italia e l’italiano è la tua lingua seconda, oggi ti parlo di crisi finanziarie e come raccontarle, partendo dal fallimento della Silicon Valley Bank (SVB).

Alla fine di questo articolo trovi il podcast e le attività didattiche da scaricare.

Ma facciamo un passo indietro.

crisi finanziarie

Tutte le crisi finanziarie dalla new economy al fallimento di SVB: riassunto delle puntate precedenti

Dall’inizio degli anni Duemila siamo stat* abituat* a crisi finanziarie periodiche.

Personalmente ho vissuto molto da vicino lo scoppio della bolla speculativa delle dot.com della new economy tra il 1999 e il 2000, sui mercati azionari; il crac Parmalat e la crisi in Argentina del 2003, che hanno messo in dubbio le certezze sui mercati obbligazionari, sia privati che governativi; la crisi a seguito del fallimento della banca Lehman Brothers, quando nel 2008 è stata trascinata dall’insolvenza dei mutui subprime; e poi la crisi del debito pubblico in Italia nel 2011, quando lo spread ha toccato quasi quota 600.

Quando ho dato le dimissioni dalla banca, nei primi mesi del 2015, stavamo vivendo gli effetti del Quantitative Easing di Mario Draghi: la BCE, infatti, per contenere l’inflazione, stava comprando i titoli del debito pubblico dei paesi europei e questo stava generando un’enorme liquidità che si traduceva in una maggiore disponibilità ad investire anche sui mercati azionari.

Le borse erano alle stelle, sia in Europa che negli Stati Uniti, anche perché i tassi di interesse erano in discesa e c’era poca voglia di investire nel mercato obbligazionario.

Passano gli anni: i tassi di interesse ai minimi storici, c’è troppa liquidità in circolazione, e termina il piano di riacquisto dei titoli di stato.

Poi una pandemia.

Poi una guerra.

Totale: prezzi in aumento e inflazione alle stelle a livello globale.

Ora te l’ho un po’ semplificata, ma è per arrivare alla crisi che ha portato al fallimento della Silicon Valley Bank (SVB), le cui implicazioni si sono già fatte sentire sul Vecchio Continente.

Dove eravamo rimasti?

Silicon Valley Bank era la banca di fiducia delle aziende tecnologiche e del venture capital americano. E’ cresciuta velocemente grazie al boom del settore e nel 2021 gestiva circa la metà di tutti i tutti i fondi impiegati per finanziare le startup.

A questo primo fattore di debolezza, dovuto al fatto che l’attività della SVB non aveva alcuna diversificazione settoriale e geografica, se ne aggiungeva un altro. Normalmente le banche devono impiegare i soldi dei correntisti. Una banca tradizionale li usa per concedere prestiti ai propri clienti; ma il finanziamento delle startup avviene con i fondi di venture capital, e non tramite i prestiti bancari.

Pertanto, la SVB decide di investire tutta la liquidità dei conti correnti in titoli di stato, cioè obbligazioni emesse dal governo, i famosi bond governativi, che pagano un tasso di interesse periodico.

Abbiamo detto che dal 2015 ad oggi i tassi di interesse sono stati bassi. Bassissimi. Addirittura negativi.

Quindi se io in quel periodo ho comprato un bond governativo di durata lunga (pensate che un BTP può durare fino a 30 anni) a tasso fisso, io quel tasso lo manterrò fino alla scadenza naturale del titolo, quando rientrerò in possesso del mio capitale.

Fin qui tutto bene. Cioè, fino all’anno scorso, quando la FED (e tutte le banche centrali) hanno deciso di invertire la tendenza dei tassi in ribasso e hanno iniziato ad aumentarli.

Fare il botto

Per frenare l’inflazione (e quindi l’aumento dei prezzi) la FED inizia a rialzare il tasso di interesse. La stretta monetaria ha diverse conseguenze sulle società della Silicon Valley:

  1. con tassi di interesse più alti, le società di venture capital iniziano a investire meno nelle start up e di più in altri investimenti più redditizi;
  2. per questo, se le società di venture capital non investono nelle start up come prima,  allora le startup della Silicon Valley si ritrovano a ritirare i depositi sui conti correnti della Silicon Valley Bank; 
  3. quest’ultima, per fronteggiare questi prelievi è costretta a vendere sulla mercato le obbligazioni a tasso fisso che aveva comprato quando i tassi erano ancora bassi.

Avere in portafoglio un’obbligazione a tasso fisso e a lungo termine (il solito BTP trentennale che vi ho citato prima) è come avere nell’armadio un vestito di un colore molto particolare che dopo qualche anno passa di moda.

Anche se lo provi a vendere su una di queste app di vestiti di seconda mano, nessuno se lo compra e se vuoi davvero sbarazzartene devi abbassare il prezzo e di parecchio.

Più o meno accade la stessa cosa alle obbligazioni a lungo termine e a tasso fisso, acquistate in un momento di tassi bassi.

La SVB ne aveva parecchie in portafoglio e non ha retto le perdite derivanti dalla vendita.

E ha fatto il botto.

Se SVB avesse aspettato la scadenza naturale delle obbligazioni o un momento di mercato di tassi in ribasso, avrebbe sicuramente incassato il capitale investito.

Ma quando è iniziata la corsa agli sportelli da parte delle start up, la liquidità ha iniziato a scarseggiare e la SVB è stata costretta a vedere 21 miliardi di obbligazioni in perdita. L’annuncio delle perdite ha seminato il panico tra i fondi di venture capital, che hanno spinto le start up associate a riscuotere i propri soldi.

La reazione delle banche centrali

All’indomani del fallimento di Silicon Valley Bank, la FED ha deciso di non procedere all’aumento dei tassi previsto.

Diversamente ha fatto la BCE, che ha proseguito con l’ulteriore rialzo dello 0,50% annunciato dalla Presidente Christine Lagarde lo scorso 16 marzo che ha affermato che “il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità (…) la BCE dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro“.

Approfondimenti

Se vuoi saperne di più e praticare il lessico, le funzioni comunicative, la grammatica per raccontare e spiegare le crisi finanziarie, puoi leggere anche i seguenti articoli:

Italiani, popolo di investitori

Il crac Parmalat ne Il Gioiellino di Andrea Molaioli

Lo spread al tempo della crisi

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Quel caldo agosto del 2011

I governi tecnici: il governo Monti

Italiano della finanza

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